Chanel Métiers d'Art Paris - Rome Pre-Fall 2016 Rtw Cinecittà
Ed ecco che come al solito gli argomenti principali sono la location, questa volta Roma, o meglio Cinecittà, in particolare il Teatro 5, il preferito da Fellini e caratterizzato (ça va sans dire) dal N°5 icona di Chanel. Altrettanta attenzione alla scenografia, che ricrea la tipica piazza parigina, con bistrot e modelle che escono dalle scale di una metropolitana, grande successo anche per il parterre, chi era assente, chi doveva esserci e chi davvero c'era, sbandierando la propria presenza con millemila foto postate su Instagram previo hastag #ParisinRome, gli addetti ai lavori e quelli che pensano che Chanel (giuro l'ho letto da qualche parte) sia un uomo, forse ancora in vita. Non tutti sanno che Métiers d'Art è una collezione itinerante che dal 2002 viene presentata ogni anno in luoghi diversi (Salisburgo, Edimburgo, Dallas, Shanghai, Mosca, Dubai, per citarne solo qualcuno), e che mostra il lavoro di alcune maestranze che appartengono a Paraffection un'azienda parallela creata da Chanel nel 1997, per preservare il lavoro degli artigiani francesi cui si affida per le sue creazioni.Ma degli abiti, quelli che Monsieur Karl Lagerfeld direttore creativo della maison da più di trent'anni, ha disegnato per questa collezione datata 2016, pochi accenni: il richiamo ad alcune dive francesi come Anouk Aimée, Jeanne Moreau e Brigitte Bardot, per look adatti ad una "french girl in Rome" come riportato nel giornale-cartelletta stampa.Forse gli abiti passano in secondo piano perché non c'è niente di nuovo? Il solito tweet, il classico bianco e nero, il matelassé, le numerose e lunghe collane con logo bijoux, le scarpette con listini tempestati di perle, i sabot bicolore a punta con tacco a spillo decorato da una maxi perla-gioiello.Vere protagoniste le calze, in un patchwork di pizzi chantilly, reti ed elaborati merletti, che con la loro allure semitrasparente hanno "velato" le varie creazioni, tra tweed, mantelline clericali, applicazioni di farfalle (tipico formato di pasta) abiti lingerie e candidi colletti inamidati, tra capelli cotonati, che rimandano alla nostra Sophia Loren degli anni d'oro. Moda e cinema dunque, due fabbriche che sfornano sogni, sogni che si palesano anche attraverso la borsa-cinepresa pezzo signature della collezione, con il classico logo a doppia C.Eppure non esiste donna che rimanga impassibile di fronte al fascino di un oggetto firmato Chanel, forse è proprio in questo che consiste la grandezza di Kaiser Karl, nel suo mantenere lo status quo, sempre uguale ma anche sempre attuale, senza tempo. Forse come nel cinema d'autore dovremmo parlare di regista il cui inconfondibile stile contrassegna la sua produzione, inequivocabilmente, come proprio, a prescindere dal sforzo collettivo (location, modelle, scenografia) che serve per raggiungerlo. Photos: GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images, Gianni Pucci / Indigitalimages.com, via, via