Pizzo d'estate
Tessuto a punti radi, semitrasparente, lavorato con un filo rilegato a nodi ed intrecci che formano svariati motivi, su diversi fondi: ecco a voi il pizzo, detto anche trina o merletto. Per tre secoli la sua realizzazione, è stata esclusivamente hand made, prevedeva due categorie: quello eseguito con l'ago (evoluzione del ricamo), e quello al tombolo (che deriva dalla passamaneria). Le prime macchine compaiono in Inghilterra a Nottingham, solo all'inizio dell'800, quando il pizzo diventa un tessuto esclusivamente femminile usato per abiti, velette, ombrelli, scialli e come guarnizione di biancheria ed accessori, (fino al '700 era usato anche dagli uomini per jabot e polsini che fuoriuscivano dalle giacche). Il pizzo compare nella scena tessile verso la metà del '500, fino ad allora per ottenere l'effetto di trasparenza, si ricamava un pezzo di lino a festoni, lo si tagliava e si tiravano i fili, solo più tardi venne l'idea che era meglio creare una griglia su cui ricamare. Protagonista dell'estate 2013, il pizzo presenta lavorazioni traforate dal sapore barocco, per capi ed accessori, perfetto per una donna romantica, ma sensuale, che punta tutto sulle trasparenze. Ripresa della tradizione ma in chiave contemporanea, grazie a lavorazioni al laser che creano fiori e trafori preziosi come gioielli. Non manca il classico e sexy nero per abiti che lasciano intravedere la biancheria rigorosamente in tinta (Dolce&Gabbana), o il color cipria degli gli shorts perfetti per le giovanissime (Blugirl). Nel gioco dei trafori e del vedo-non-vedo, sono coinvolti anche gli accessori, dalle ballerine alle décolleté, passando per le borsette di tutte le misure. Un capo in pizzo rappresenta un investimento, sarà il must del prossimo inverno ma anche della primavera-estate 2014.Leggi l'articolo completo su: Viviconstile Credit: Vogueenglish version">